“Riflessioni sulla riorganizzazione scolastica e allestimento di nuovi spazi digitali. Come la scuola sta ripensando il suo ruolo educativo, per poter offrire continuità didattica e sostegno a distanza ai propri alunni. Abbiamo chiesto a una professoressa di raccontarci il suo punto di vista”.
Lettera di una professoressa….
Sono un’insegnate di scienze delle Scuole Superiori, insegno al Liceo Scientifico e al Tecnico per il Turismo. Quando sono state interrotte le attività didattiche, il 5 marzo, pensavo fosse una pausa relativamente breve, di due/tre settimane e che sarebbe bastato utilizzare le funzioni del registro elettronico già disponibili nella scuola per assegnare compiti, materiale didattico, che presto sarebbe arrivato il momento di rivedere i miei alunni a scuola e che tutto sarebbe ritornato come prima.
Con il passare dei giorni, ascoltando le notizie in televisione e leggendo i giornali, ho capito che non sarebbe stato così, che il tempo “senza scuola” sarebbe stato molto lungo, imprevedibilmente lungo. Mi mancava ogni giorno di più il contatto diretto con i ragazzi, mi mancavano le mie classi “scalmanate e chiassose”, a volte “indisciplinate”, ma piene di energia e di risorse inattese.
Così ho accolto con entusiasmo, ma anche con il timore di non essere all’altezza, le modalità tecniche di svolgere “la scuola a distanza” offerte dalla scuola, grazie all’impegno della Dirigente Scolastica e del team digitale.
Dopo aver superato le difficoltà iniziali, dovute all’utilizzo dei nuovi metodi per fare lezione, ho potuto finalmente incontrare “virtualmente” i miei alunni. Ho dovuto imparare in fretta ad utilizzare questi nuovi metodi per fare lezione ed ho ancora molto da imparare ma, la vera sorpresa sono stati i ragazzi, a parte pochissime eccezioni, tutti si sono messi in gioco e si sono impegnati a partecipare alle lezioni, a fare i compiti e così è iniziata questa esperienza della SCUOLA DIGITALE. Quando inizio la lezione, mi sento un po’ come un’intrusa che entra nelle loro case, nelle loro camere, nelle loro famiglie, cerco di non essere troppo invadente e sento che, in molti casi, vanno incoraggiati con pazienza e costanza.
Si devono riannodare i fili del rapporto con i ragazzi senza la vicinanza dell’aula, della scuola, senza la possibilità di vederci, di ascoltarci e di scontrarci che abbiamo sempre dato per scontato.
Spesso mi chiedo cosa passi, tra me e loro, attraverso lo schermo del computer, le nostre voci e penso che si dovrà costruire un nuovo modo per stare “vicini, anche se distanti”.
E’ fondamentale, creare un nuovo rapporto di fiducia che valorizzi, ancora di più che in passato, l’importanza dello studio come opportunità di conoscenza e formazione personale. Non si può fare a meno però di non considerare i limiti della “scuola digitale” e del fatto che si accentuano le differenze tra i ragazzi, dovute alle differenti possibilità di accesso ed utilizzo delle nuove tecnologie digitali.
C’è ancora molto da fare e la strada da percorrere è molto lunga.
Il senso di smarrimento che proviamo al pensiero di non sapere quando ed in che modo potremo tornare a stare insieme a scuola, si può affrontare solo se continuiamo a lavorare insieme ai nostri colleghi e ai nostri ragazzi cogliendo, in questa situazione difficile, le nuove opportunità che ci sono offerte dalle tecnologie digitali, per continuare ad essere e sentirci una comunità che, attraverso l’apprendimento delle varie discipline ed il confronto, cresce insieme giorno per giorno.
Vi chiediamo, come sempre, di narrarci le vostre esperienze di genitori o alunni, nell’ottica di sentirsi parte di una “comunità virtuale”, a cui poter raccontare la propria storia.
cretatessiture.
www.cretatessiture.it
Roma, 17/04/2020